L'origine di questo edificio è legata ad una precedente costruzione, datata XV secolo, successivamente ampliata. Alla fine del secolo e per tutto il XVII secolo, l'edificio apparteneva al casato dei Marini. Nei primi decenni dell'Ottocento, il palazzo fu venduto ai De Martini e divenne residenza di questi fino a quando, verso la metà dello stesso secolo, fu ceduto al veneziano Francesco Rubelli, alla cui famiglia rimase in proprietà fino alla fine del primo conflitto mondiale. Dopodichè, l'intero complesso veniva lasciato in eredità alla parrocchia di San Zenone. Riadattate le barchesse, negli anni tra il 1919 e il 1920, il palazzo venne utilizzato come scuola materna e residenza delle suore fino al 1972, successivamente fu permessa la trasformazione indiscriminata dell'edificio in laboratorio artigiano e, in seguito, fu chiuso e abbandonato.