Leonardo Emo, probabilmente nel 1557, incaricò il Palladio di progettare un nuovo complesso residenziale nei terreni ricevuti in eredità, a soli sette anni, nel 1539. La villa è una sintesi tipologica fra necessità pratiche della vita agricola ed un nuovo linguaggio ispirato all'architettura antica. Sono riunite: casa domenicale, barchesse e colombare. Il maestoso corpo padronale, rialzato e avanzato, domina e organizza l'intero territorio agricolo circostante. Le decorazioni a fresco degli interni, eseguite entro l'anno 1565, sono opera di Giambattista Zelotti, collaboratore e seguace di Paolo Veronese, che qui raggiunge la sua piena maturità espressiva.