Appare per la prima volta in un documento ufficiale nel 1637 come abitazione del veneziano Alvise Marini. Ancora al momento della stesura dell'estimo del 1713-1717, risultavano proprietari i suoi nipoti, i quali, alla morte dei rispettivi padri, avevano provveduto a frazionare il fabbricato, mantenendone comunque intatta l'originaria unità architettonica. Negli anni successivi, per effetto di vendite e successioni, sembrava che il complesso fosse destinato ad andare in rovina, ma fortunatamente, nel periodo a cavallo fra settecento e ottocento, fu ricostruita l'originaria unitarietà da parte dei conti da Porcia. A questi si deve, verso la prima metà dell'Ottocento, l'ampliamento del complesso edilizio con la costruzione dei fabbricati verso oriente e le stalle, ora rese abitabili